Descrizione
1882 – 1951
Michelangelo nasce il 10 dicembre 1882 in una modesta famiglia. Ha da poco superato i dieci anni, quando il papà Francesco, distinto commerciante, e la mamma Rosa Fumarola, donna di sentimenti altamente nobili, spinti da necessità economiche si trasferiscono in Alberobello.
La famiglia, pur non essendo in condizioni floride, avvia i figli allo studio; incisivo è, soprattutto, lo spirito di abnegazione della mamma che suole ripetere: “lasciate a me qualsiasi lavoro, purche vi dedichiate alla vostra formazione culturale.
Michelangelo, dopo la scuola normale di Bari, consegue, nel 1901, il diploma di Insegnante Elementare.
Lo stesso anno, primo su otto concorrenti, ottiene l’idoneità all’insegnamento presso la Scuola Elementare della Coreggia, dove svolge la sua opera educativa dal 16 Ottobre 1901 al 31 Dicembre 1903. Dal 1 Gennaio 1904 presta servizio militare guadagnandosi il grado di Ufficiale del Genio ed insegna presso il Collegio militare “Aristide Gabelli” di Udine.
Uomo di ideali temprati, intelligente e volenteroso, dal 16 Agosto all’8 Novembre 1905, frequenta a Milano un Corso di Pedagogia Scientifica. Subito dopo torna ad insegnare per un breve periodo nella Scuola Elementare di Alberobello.
Successivamente si trasferisce a Genova, dove ha vinto un altro concorso magistrale.
Seguono gli anni in cui Michelangelo si getta a capofitto negli studi: consegue nel 1907 il Diploma di Direttore Didattico, nel 1909 la licenza liceale ed il Diploma di Calligrafia, nel 1903 l’idoneità all’ Ispettorato Scolastico mediante concorso nazionale.
Nel frattempo si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova e sostiene con profitto numerosi esami.
Durante la I Guerra Mondiale si arruola come volontario e combatte con coraggio, meritando numerosi riconoscimenti
ufficiali: “Medaglia interalleata 1915/18′: due “Croci di Guerra’: diverse ”Medaglie della Campagna di Guerra 1915/18′: ”Medaglie dell’Unità e dell’Indipendenza” nel 1919, “Medaglia dei volontari di Guerra” nel 1919 e “Croce al valor militare” con la motivazione: ”Nell’aspro infuriar della battaglia, ferito il Comandante della Compagnia, ne assumeva il comando dando mirabile esempio di coraggio e sereno sprezzo del pericolo, raggiungendo gli obiettivi a lui assegnati. Battaglia del Piave, Giugno 1918, n. d’ordine 23 del 15 Giugno 1925“.
Conclusa la guerra, primo nel concorso per Direttori Didattici, è nominato alla direzione del gruppo “Emanuele Celesia” in Genova.
Le sue iniziative scolastiche, fra cui il cinematografo, attuato a Genova, (e sperimentato fra i primissimi in Italia) ed altre di carattere pedagogico, lo rendono famoso fra gli innovatori nel campo didattico; la sua scuola è visitata da numerose autorità scolastiche e da illustri studiosi.
Su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione, per gli alti meriti educativi, è insignito di una medaglia d’argento nel 1930 e di una medaglia d’oro nel 1951 per l’opera particolarmente zelante ed efficace svolta a favore dell’infanzia elementare e dell’educazione infantile.
Dal 1923 al 1937 ricopre l’incarico di Presidente dell’ Associazione dei Direttori Didattici della Provincia di Genova e, in seguito, per molti anni, l’incarico di Presidente della Società Polifonica Genovese.
Nel 1943 è promosso Ispettore Scolastico.
La sua operosità è instancabile.
Valente conferenziere, con la sua voce calda avvince sempre l’uditorio che accorre numeroso ad applaudirlo sia per l’alta preparazione culturale, sia per il fascino e la simpatia che trasmette.
“Col solito numeroso concorso di donne del popolo e bambini, ebbe luogo domenica scorsa 7 corrente la riunione nella sala C. Battisti di via Dante. Il vasto programma comprendeva la prima lezione del prof. Michelangelo La Sorte su -I Confini d’Italia -, conferenza piena di chiarezza e d’utilità sia dal lato storico chegeografico e arricchita da nitide illustrazioni. Il pubblico che l’ascoltò attentissimo, manifestò all’autore il proprio gradimento con interminabili applausi” (Il Secolo XIX, 9 Marzo 1926).
“Il vasto e magnifico salone della Loggia “Duca degli Abruzzi” O.F. D.I. domenica pomeriggio era letteralmente gremito di scelto ed eletto pubblico per ascoltare la parola dell’Illustre prof. Michelangelo La Sorte, che, come già annunciammo, doveva parlare dell’Acquedotto Pugliese. Fra gli intervenuti …, sceltissimo era anche un elegante gruppo di signore e signorine. Dopo un vivissimo applauso del pubblico, si comprese immediatamente dalle prime frasi dell’oratore, che subito incatenò l’attenzione dell’uditorio, il quale fino all’ultimo seguì sempre con maggiore interesse la nitida e vivace esposizione, la smagliante parola della frase elegante e chiara, con cui il Prof. La Sorte, vero maestro del genere, diceva dell’opera grande, oggetto della conferenza, l’Acquedotto Pugliese … . La folla dei presenti più autorevoli e moltissimi pugliesi fra i quali più d’uno realmente commosso, volle poi personalmente salutare e stringere la mano all’egregio Compatriota” (The New American del 17 Agosto 1928 -Durante la permanenza del Professore negli Stati Uniti).
I temi delle sue trattazioni sono tanti e vari: geografia generale, astronomia, arte, storia, storia della musica, costumi, pedagogia, didattica … per citarne solo alcuni.
Ovunque si trovi a Milano, a Genova, a Como, a Mantova … è un appassionato ed entusiasta cantore della terra e della voce del Trulli.
Nel 1928, durante una tournée negli Stati Uniti, fa apprezzare il fascino della Murgia dei Trulli, la “dotta” Martina Franca e soprattutto la “singolare” ALBEROBELLO.
Il Notarnicola nel libro “Bio-bibliografia degli Scrittori e Artisti Alberobellesi” cosÌ chiude la biografia su Michelangelo La Sorte: «Pur vivendo lontano, non cessò mai d’amare Alberobello, nè mai mancò di visitarla annualmente e di esaltarla in applaudite conferenze, integrate con proiezioni luminose, nelle Università popolari di Genova e della Liguria, di Milano e di altre città del Nord, dove fu spontaneo divulgatore e valorizzatore della Puglia sotto i suoi più interessanti aspetti.
Amante della Storia, delle Scienze, dell’Arte, coltivò con successo romanzo, poesia, teatro; si dilettò di urbanistica, di acquedotto, di architettura romanico-pugliese; negli studi di pedagogia e di didattica impostò un originalissimo metodo scientifico ortifònico per l’insegnamento dell’alfabeto.
Mente poliedrica che, con la parola e con gli scritti, fa onore a sè, alla Puglia e alla diletta e indimenticabile Alberobello“. Dopo una vita intensamente vissuta per gli altri, «do per dare, non do per ricevere” soleva dire, si spegne serenamente a Genova il 20 luglio 1951, destando generale compianto.
Fonte: Quaderni Culturali – Testimonianze di Storia Patria 4 –
Pubblicazione a cura dell’Amministrazione Comunale – Assessorato per la Promozione della Cultura
Alberobello, 10 dicembre 1983
Fonte: www.itrullidialberobello.it
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